giovedì 7 marzo 2013

SCALA EUDONISTICA FACCIALE IN MENSA

Qualche mese fa sul  "Fatto Alimentare" importante sito riguardante l'alimentazione, è apparso il  "diario non autorizzato" scritto da un' insegnante milanese la quale informava cosa veniva servito ai bambini ma soprattutto se il cibo era apprezzato dai piccoli. Vorrei pertanto proporre una scala eudonistica facciale che a mio avviso, trova un'applicazione sicuramente più chiara nella valutazione del gradimento dei pasti serviti nella mensa scolastica. Le maestre in primo luogo devono creare degli "smile" che raffigurino il grado di preferenza del piatto servito; ad ogni espressione facciale corrisponde un numero in modo che il gradimento di un piatto possa essere matematizzato, confrontato rendendolo in qualche modo oggettivo e far sì che possa diventare un dato utile a disposizioni di ASL e uffici comunali. In secondo luogo oltre a  scegliere l'espressione facciale corrispondente al gradimento il bambino dovrà anche esprimere con qualche riga il motivo della sua risposta in modo che sia in grado di riflettere in maniera resposansibile tracciando delle mappe ragionate di gradimento e rifiuto.Questo metodo diventa fondamentale anche a livello di indagine sociologica dal momento che permette di individuare le qualità dei prodotti apprezzati e rifiutati dai bambini attraverso le quali si ricavano orientamenti dei consumi generazionali.

Per ulteriori informazioni per "il diario non autorizzato" :  http://www.ilfattoalimentare.it/26-30-milano-ristorazione.html




LABORATORIO SULLE VARIAZIONI ORGANOLETTICHE DEL POMODORO

Attraverso questo laboratorio da proporre ai bambini delle scuole si vogliono sperimentare le variazioni organolettiche dell'ortaggio che possono essere utilizzate registrando i dati su un apposita scheda creata dagli alunni stessi con l'ausilio degli insegnanti e dell'educatore.





Il campione considerato: Pomodoro
Far assaggiare agli alunni il pomodoro nelle sue numerose variazioni:
- CRUDO
- ESSICCATO
- SALATO
- STERILIZZATO IN BARATTOLO O BOTTIGLIA
- FRESCO COTTO
- IN CONSERVA O SALSA
- CONGELATO

Inoltre si può far sperimentare agli alunni le diverse possibilità manipolative di uno stesso prodotto sulla scala artigianale/ industriale nonché favorire la partecipazione e la manualità attraverso laboratori di cucina dove i bambini ad esempio con le mamme o le nonne possono cimentarsi nel creare la salsa di pomodoro per poi compararla con quella industriale.


OBBIETTIVI COGNITIVO-DIDATTICI .
Imparare a leggere la realtà come un insieme di fenomeni percepiti attraverso i sensi
Saper apprezzare il profumo, il gusto, l'aspetto, la consistenz quali componenti essenziali del gradimento del cibo.
Imparare a leggere i cibi, dal semplice al complesso e viceversa secondo una sintassi e una grammatica  identificabili.
Riconoscere che ogni piatto è frutto di una stratificazione culturale che si è protattata nel tempo.
Riconoscere la componente storica del piatto.
Essere in grado attraverso un esame organolettico di accrescere la propria memoria sensoriale.
Saper creare semplici preparati alimentare utilizzando le materie prime.
Conoscere modelli alimentari diversi dal proprio.
Essere in grado di problematizzare quello che si è appreso formulando tesi e verificandole, all'interno di procedure tipiche del metodo sperimentale.  

OBBIETTIVI NON COGNITIVI .
 Trarre piacere dagli stimoli offerti dal cibo.
 Incentivare l'autonomia, la partecipazione nonché la formulazione di opinioni e la promozione di giudizi   indipendenti.
Stimolare la collaborazione attraverso il lavoro di gruppo.
Attivare con la presenza di esperti una plurità di rapporti che incentivi la curiosità per la realtà circostante.
Sviluppare una maggiore capacità di controllo dei movimenti nello spazio grazie all'utilizzo di strumenti che servono per la manipolazione degli alimenti. .
Aumentare la fiducia nelle proprie capacità di progettazione, sperimentazione e produzione.
Migliorare le capacità di discriminazione sensoriale.
L’educazione alimentare oggi ha un compito di rilevante importanza in questi ultimi anni caratterizzati da una serie di emergenze planetarie. Pertanto anche in questo campo si assiste a una mondializzazione delle conoscenze per quanto riguarda l’alimentazione generata dal consumo dall’affermarsi sempre più aggressivo delle multinazionali dell’industria agro-alimentare dalle numerose campagne pubblicitarie che sponsorizzano “cibo spazzatura”. Tutto questo riduce le cifre della singolarità della persona costretta al “piatto unico” offerto ad esempio dai fast food. L’insieme di altre monoidentità esistenziali assieme a quella appena citata, si pensi al corpo unico (imposto dalle silhouette televisive), al sentimento unico (imposto dai target amorosi di fiction e delle telenovele), provoca una grave condizione: un’umanità in possesso di una mente unica. Da questa problematica si può notare un’emergenza di educazione in grado di liberare il soggetto-massa standardizzato dalle cattive abitudini alimentari e incentivare una riscoperta della vita contadina nonché del buon cibo. L’evoluzione bio-tecnologica dell’agricoltura e dell’allevamento e quindi dell’alimentazione provoca un cambiamento ibridativo che non consiste solo con un confronto nel corso della propria vita; questo è un fattore di svolta antropologica dagli esiti sicuramente difficili da prevedere ma la ricchezza culturale dell’alimentazione della popolazione mondiale ha portato complessi percorsi di scambio e prestiti culturali che vanno sicuramente valorizzati attraverso l’educazione alimentare. Attraverso questi progetti si vuole investire sul binomio educazione-formazione per rispondere a un mondo che sta cambiando caratterizzato da globalizzazione, incertezze ed inquietudini; oggi l’uomo contemporaneo che potremo definire un uomo a dimensione marcusiano, sembra ormai così slegato a ciò che riguarda l’ agricoltura e l’allevamento ed è incapace di cogliere le molteplici diversità dei prodotti presenti in natura. Bisogna pertanto insistere sulla connessione fra scuola ed educazione alimentare cercando di valorizzare abilità più generali che competenze ristrette attraverso una selezione dei contenuti e dei siti promotori di offerte didattiche nonché all’interazione-cooperazione fra gli alunni, la scuola e le famiglie. Le finalità di questa iniziativa è quella di promuovere nel soggetto educativo un insieme di conoscenze e competenze che permettano di prendere coscienza e di riflettere su questo argomento spesso trascurato all’interno delle scuole; il processo interattivo protratto durante i cinque anni delle scuole di secondo grado permette ai bambini di entrare in una specifica relazione con una serie di persone significative come l’educatore sociale e culturale, attraverso cui i soggetti raggiungono una sorta di autonomia intellettuale ed etica. La grande risorsa di un laboratorio di educazione alimentare sta nel sapere comunicare anche con le famiglie questa sensibilità verso la riscoperta del “buon cibo”, comunicare è fondamentale giacché l’intera società si basa sulla capacità dell’uomo di partecipare intenzioni, desideri, sentimenti e conoscenze. Vi è all’interno della cittadinanza una profondissima comunicazione promossa con le numerose iniziative di setting di gruppo che oltre a dare un senso di continuità e regolarità del progetto sono in primis un luogo pensato per fare e comunicare dal poiché lo scopo del lavoro è fondato sulla formazione e il cambiamento individuale. Attraverso questo blog si promuovono la creazione di risorse digitali di ambito artistico/culturale, scientifico ed antropologico accessibile mediante strumenti telematici. Sicuramente la capacità di impiegare nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione in un paese come il nostro dove vi è un ritardo per quando riguardano l’uso di queste tecnologie considerate “sistemi complessi” poiché anche la formazione a distanza (FAD) è sicuramente una risorsa per la sperimentazione di nuovi metodi educativi. In particolare questi nuovi ambienti virtuali cercano di interpretare la realtà attraverso due punti rilevanti: la prima educativa/didattica in cui la pedagogista analizza le possibili dimensioni educative dell’aula per progettare attività didattiche rivolte ai bambini e ragazzi. Il secondo obiettivo è formativo in cui si realizzano progetti di approfondimento e valorizzazione dei beni culturali per diverse categorie di utenza: insegnati, educatori, genitori, cittadinanza. In questo modo il blog si pone sia come anticipatore ovvero luogo di preparazione per uno specifico argomento, sia consolidatore quindi strumento educativo per la rielaborazione precedente e infine come dilatatore ossia un’opportunità di crescita formativa e culturale rispetto a temi già in parte conosciuti. Infine l’uso di questo strumento il cui fine è presentare laboratori di educazione alimentare diventa a mio avviso un’ottima risposta a siti che non sono altro che spazi internet privi di contenuti significativi con scopi solamente pubblicitari e commerciali prevalentemente diseducativi.